Cinque per mille 2022: firme in crescita e tendenza positiva

Analisi delle dinamiche e dei trend del 5×1000

Firme in crescita per il 5×1000: aumenta il numero totale delle firme che passano da 16.325.942 del 2021 a 16.519.300 del 2022, con un delta positivo di circa 193.000 firme. Anche se il dato non compensa la riduzione complessiva del 2021 sul 2019, si registra un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due anni.

Cresce in modo significativo il totale delle firme non ammissibili che passano da 43.357 del 2021 a 413.533 del 2022: questo il dato principale, insieme alle firme senza codice fiscale, che inverte il trend complessivo.

Se confrontiamo il dato con la base di riferimento, osserviamo che:

  • nel 2020, anno di maggior calo delle firme di destinazione del 5×1000, il numero di persone che hanno effettuato la dichiarazione dei redditi è cresciuto, più 153.000 persone circa, per un totale di 41,5 milioni di dichiarazioni
  • nel 2021 la base di riferimento subisce una flessione: meno 345.000 dichiarazioni per un totale contribuenti di circa 41,2 milioni di persone
  • nel 2022 si osserva una correlazione positiva tra la crescita delle firme destinate al 5×1000 e la base di riferimento, con un ritorno al numero di persone che hanno effettuato la dichiarazione dei redditi a 41,5 milioni, +0,8%.

Se guardiamo il rapporto tra numero di contribuenti e numero di coloro che scelgono di destinare il 5×1000 a sostegno del terzo settore, osserviamo come solo un 40% circa delle persone lo utilizza come strumento donativo, con un numero ancora elevato di coloro che non prendono in considerazione l’opportunità di sostenere il terzo settore attraverso la propria firma.

Nel 2022, grazie alle firme espresse, il controvalore erogato al terzo settore è stato di 506,956 milioni di euro, in forte calo rispetto all’anno precedente di € 11.643.246.

Nel 2023, con l’aumento complessivo del numero delle firme, il valore erogabile riferito agli enti ammessi cresce a € 510.493.632. Se consideriamo anche la cifra destinata dagli italiani a enti non ammessi, pari a € 14.506.368, si arriva esattamente a € 525.000.000, ossia al tetto massimo erogabile al terzo settore.

I valori in gioco confermano quanto già osservato in precedenza: cresce il valore medio delle donazioni da 5×1000.

L’aumento dei volumi in gioco acquisisce ancor più importanza se consideriamo che il numero dei beneficiari potenziali del 5×1000 è diminuito rispetto allo scorso anno: 71.674 enti contro i 72.738, pari a 1,5% in meno rispetto all’anno precedente.

Considerando il numero elevato di enti iscritti e ammessi e che le prime 20 organizzazioni cubano da sole 181 milioni di euro in controvalore erogato, pari a circa il 35% del totale, si conferma una chiara polarizzazione delle risorse da 5×1000, con conseguente penalizzazione delle realtà più piccole.

Se guardiamo ai settori di intervento osserviamo come la crescita del numero delle firme ha un impatto più o meno importante su tutti i settori.

In particolare, aumentano in modo più significativo le firme destinate al sostegno delle Associazioni Sportive (+6%), degli Enti culturali e paesaggistici (+17%), e delle Aree protette (+34%).

Il trend si conferma coerente con quanto osservato in generale nel mercato delle donazioni, che vede valori come la prossimità, la vicinanza e la forte sensibilità sui temi quali criteri di scelta e orientamento sempre più importanti.

In conclusione, sicuramente il 5×1000, dati i volumi che muove e la modalità di donazione, continua ad affermarsi come strumento importante per gli enti del Terzo Settore.

Si conferma la necessità di investire nello strumento, attraverso una corretta informazione e attraverso nuove dinamiche di promozione e diffusione, volte soprattutto a muovere quell’ampia percentuale di contribuenti che ancora non ne coglie il valore potenziale e “gratuito” a sostegno di enti che rispondono a bisogni sociali diffusi.

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