In occasione del prossimo workshop della Training Academy POTENZIARE IL FUNDRAISING ATTRAVERSO LA RELAZIONE, abbiamo posto al relatore Roger Bergonzoli, responsabile Fundraising e Comunicazione di Fondazione Santa Rita da Cascia alcune domande sulla sua esperienza di fundraiser.
- Da dove nasce il tuo interesse per il fundraising?
Quando lavoravo in azienda mi affascinava l’idea di mettere la professionalità al servizio di una buona causa e di beneficiari. Passato nel non profit, inizialmente sul mio biglietto da visita c’era scritto “comunicazione e fundraising”. Poi gradualmente le gerarchie si sono invertite, nella vita e nel lavoro. Ora su quel biglietto la parola fundraising precede comunicazione; il risultato di un percorso. Il fundraising mi permette di miscelare creatitvità ed analisi, alla ricerca di attività e strumenti avendo nel cuore e nella mente i benficiari. Proprio quello che desideravo, meglio di così
- Quale iniziativa realizzata ti rende più orgoglioso?
Senz’altro la costituzione e start-up della Fondazione Santa Rita da Cascia onlus .In generale tutte le volte che ci spingiamo oltre quello che era il nostro orizzonte precedente. In particolare aver ideato un mailing, privo di bollettino postale, in grado di incrementare redemption e donazioni. Un paradosso ancor maggiore se penso che alla fine i donatori hanno scritto ai beneficiari per ringraziarli. Ne parleremo durante il workshop del 26 gennaio.
- Quale è stata la sfida più difficile che hai affrontato nel tuo percorso da fundraiser?
In passato mi sono dovuto confrontare con un board incapace di accettare il cambiamento per il timore di non riconoscersi nell’evoluzione dell’organizzazione non profit che avevano costituito. Il board è rimasto, io no. Cambiare non significa snaturarsi ma adattarsi per realizzare la propria mission, molte onlus faticano a comprenderlo. Il rischio è l’atrofizzazione.
- Quali obiettivi professionali ti stai dando adesso?
Continuare a divertirmi, altrimenti sai che noia. Continuare a lottare e sudare, altrimenti non sarei più vivo. Continuare a lavorare solo se credo realmente nella mission, altrimenti non avrebbe senso.
- Come vedi il fundraising italiano tra 10 anni?
Spero più maturo. In grado di fare la differenza con passione e professionalità. Capace di compattarsi e portare avanti progetti e battaglie comuni. So di non rispondere alla domanda perché questa non è una visione ma una speranza. Peccato.
- Il motto della tua vita
“I never lose. I either win or learn” che è di Nelson Mandela, se per lui non è un problema lo faccio mio. Mi trasmette forza. Agendo e non rimanendo passivo crescerò sempre.